giovedì 12 aprile 2012

La vergine di Surbo

La Vergine di Surbo

avete mai visto la  statua di cartapesta
dietro le nubi del cielo ,
nel calcare di vento?
( ci vuole una sera dolce e crudele ,
da spada e miele
per vederla)
è la vergine di surbo  dai capelli leggeri ,
con afrori  strani che aprono 
taciturni inviti  nel sangue

un tempo avevano  mani  magiche
i cartapestai  leccesi / che facevano
levare nuvole di fumo/
al cui diradarsi appariva una madonna  barocca
contadina
/che esprimeva lo  squasso mistico
e il genio antico /dei barbieri di via Grandi
/ che  tra un salasso e una barba / con  abili
dita / plasmavano tozzi   di creta   informi / 
e davano vita /ai pupi del presepio

oh, vergine di surbo,
sei  un fremito d’aria  e un filo di luce –
un blocco di sale sgretolato  ,
un  profilo  di statua
appena sbozzato di malinconia  ,
creatura  pallida ambrata e cieca
coi teneri sudori e buoi asinelli pecore 
angeli  pastori e cammelli/
capanne 
san giuseppe e bambinelli
che ti fanno contorno/

anche l’alba e il tramonto
s’inchinavano  a tanta bravura , 
e
incrociavano le loro mani guardando 
con stupore quelle meraviglie
ridere sulle mensole di spuma da barba

oh,  vergine dea di marmo ,
leonessa di delo,   fossile imbiancato,
respiro di un nome  che  il mio cuore sconta
 ora sembri  danzare  su te stessa
come un carillon che fa musica strana

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