venerdì 6 gennaio 2012

Leopardi :dialogo infinito

INFINITO LEOPARDI



Di Augusto Buono Libero

AMOS: Leopardi è un caso patologico : il suo pensiero,  ora nichilista,  ora  gnostico, ora  progressista;   le fonti, gli scritti di bambino prodigio,  i canti , le operette , le lettere , lo Zibaldone, gli amori , le Nerine, le Silvie e le Aspasie , il contino  triste  con le pezze al culo , il gobbetto  malinconico che va in calore con quella puttanona bolognese della contessa Malvezzi , che lo ha tediato per settimane con l suo poemuccio e ora è costretta a chiamare il servitore: “ Il contino è andato su di giri” , il  malato incompreso , - la cecità , i guai gastroenterologi, la guerra dei nervi , ecc.
Il genio pallido infelice che vagheggia la morte ,  il bilioso ranocchietto che viene deriso dai barbuti napoletani che lo osservano mentre riempie ‘a tazzulilla ‘e cafè  di sette otto cucchiaini di zucchero ,  l’uomo goloso di gelati ,  ma anche lo scomunicato , l’uomo senza Dio , l’Ateo e il Blasfemo perseguitato dai Borboni e rinnegato dagli stessi genitori, l’uomo aristocratico  poverissimo , che è arrivato all’articolo pane ed è costretto a farsi mantenere dal bel Ranieri , - anche lui senza soldi e per di più  senz’arte,  né parte -  che ogni tanto lo presenta a qualche ballerinetta  di giro  ( domanda da dieci euro: sarà morto vergine ,o no?) , e poi l’uomo in  sciopero,  il fanciullo entro dipinta gabbia,  che a nove anni traduce dal greco e dal latino , a undici anni scrive tragedie e poemi in stile classico , ecc…. E poi  le scomuniche , la messa al bando dei suoi scritti , il  sequestro  delle sue opere . Tutto si conosce , tutto è stato rivelato, tutto è stato discusso…
BINO:  Ma allora  perché si torna a parlare di Leo? Perché è un grande poeta?
Anche Tasso è un grandissimo poeta, ma nessuno  più  legge le sue rime, e pochissimi – e solo per motivi di studio – vanno a rileggere la sua Gerusalemme Liberata.  Dimmi cos’ha in più Leopardi rispetto al  Tasso, che peraltro ammirava molto?…
AMOS: L’ironia, forse.
BINO:L’ironia?
AMOS: Sì, Leopardi sa essere  anche ironico;  è  un materialista platonico ,   perché con la scusa di inchiodare gli uomini al loro dolore e alla loro pochezza traffica continuamente con i fantasmi della felicità e del desiderio.  E’ anche un paradossale prestigiatore  che  discorre con la luna,   o parla e si rivolge ai cari fantasmi  del passato, vivi nell’affetto e nel pensiero...  Nella sua poesia c’è un mix di gioco intellettuale, profonda ironia, romanticismo e canto dell’anima...Forse è questo che attira istintivamente i lettori? .
BINO: Forse…
AMOS : E poi in lui, nelle sue poesie , si riconosce la vera lingua italiana , altro che quel sagrestano di Manzoni, che aveva fatto un pastiche  con il suo risciacquio dei panni in Arno!  Leopardi è come Masaccio, guarda all’essenziale:

BINO:…ai fanciulli che gridano sulla piazzuola
e che saltando fanno un “lieto romore”,
ai veroni e ai paterni ostelli,
ode il suono della “sua voce”.

AMOS: Già. Anticipa di secoli Gino Paoli e Umberto Bindi , mette siepi, alberi e cieli nelle  stanze che risuonano come concerti d’immensità . Anticipa perfino Rostand  , con la sua Silvia nelle quiete stanze,  “all’opre femminili intenta”.
BINO : E lui sul  balcone domestico  affacciato sul  cosmo . E’  come Cirano  che  anziché il nasone , c’ha la gobbetta;  e poi si mette a slanciarsi , a immergersi nell’infinito  che vede dietro una siepe.
AMOS : Leopardi ha inventato… tutto , il mito del vero di cui fanno parte di diritto le illusioni dell’immaginario, ma anche i passeri solitari e i ciuffi d’erba sfiorati dalla fioca luce della luna e delle stelle , il nero dei cipressi , la lucciola che erra sulla siepe , il profilo delle colline e di lungi il mare. Leopardi  è nostro padre, nostro fratello, ma anche nostro figlio, Leo è di tutti...Leo , sei tutti noi.
BINO:Ma in realtà  continua ad essere solo di sé stesso, si ribella a tutto. 
E si mette in sciopero contro il cosmo, contro la società  e contro le ideologie che la sostengono.  Chissà che non piaccia proprio per questo suo spirito di scioperante anarchico,  chissà che non piaccia proprio perché pare sempre oscillante  tra l’atteggiamento combattivo (“ a l’armi, qua l’armi: / io solo combatterò, procomberò sol io)  e il disprezzo, la noia, il tedio dell’infinita vanità del tutto:  tra il fioco piacere di sentirsi vivo e l’invocata morte.
“Leo”  possiede la natura del “maitre a’ penser”, dell’ideologo , del filosofo e del critico; il suo è un pensiero…
AMOS: …”Conturbante…
BINO: Conturbante?...Ma sì, ma sì, hai ragione.  Basta  rileggere quello scrigno favoloso che è lo “Zibaldone”. Lì c’è tutto, ma proprio tutto. Lui è un contemporaneo. E’ uno di noi, sta in mezzo a noi. Finisce per essere sempre presente nelle nostre riflessioni sulla realtà quotidiana e umana sul  mondo.
Vuoi per la poesia, vuoi per  la vicenda biografica , vuoi per il trattato filosofico, vuoi per le lettere e i pensieri vuoi per  le operette morali, vuoi per  le ginestre e i vulcani ,
i giocatori di pallone e i progressisti barbuti , c’è qualcosa di Leopardi che rimane immutabile nel tempo  Leopardi  è…infinito  e non solo per via del suo famosissimo “canto” , ma  perché c’è un suo pensare all’infinito di fronte al cosmo.
AMOS: “L’infinito oceano... il mar che non ha lito...” ,   “la progenie infinita degli animali..”,   ”l’aria infinita,   e quel profondo infinito seren....” , “ il tacito infinito andar del tempo”  
BINO: E  tutta la serie di riflessioni dello “Zibaldone”  sulla nostra incapacità di comprendere la nozione di infinito e insieme   “ la tendenza nostra verso un infinito che non comprendiamo”, tendenza che si esplica anche a livello dell’immaginazione AMOS:Leopardi  , in realtà , è un grande teatrante   che mette in scena il proprio dramma interiore , che è poi il dramma dell’esistenza.   Nelle sue  poesie – facci caso - si trova più spesso un teatro delle immagini  che un vero e proprio discorso lirico ; e puro teatro delle idee sono le “Operette morali”   in cui l’autore , scrivendole , si proponeva anche di ridere un po’ sulle cose serie...

BINO: Già. Ma nessuno ci rise su. Vallo a dire a Tommaseo…e  a quelli del Circolo Viesseux e dell’Accademia della Crusca , che preferirono assegnare il premio, in denaro, a quel libro assolutamente illeggibile del Generale Colletta: “ Storia d’Italia”…E così il povero contino , senza una lira in tasca, fu costretto a tornare nell’odiata-amata Recanati…Povero Leo, con chi aveva a che fare!
    
AMOS: Sì, tutto vero. Ma alla fine , insomma , il brutto e sfortunato  anatroccolo ,
abbandonato nell’universo, ingannato  fin dalla nascita, privo dell’amore materno, offeso nel corpo dall’onnipotente Natura, represso dall’educazione cattolica, sconsolatamente onanistico...  si è preso una bella rivincita su quel “granel di sabbia” che è la terra,  su questo Globo ove l’uomo è nulla, non credi?.

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