giovedì 29 dicembre 2011

L'amore dimenticato

Capitolo I

Cara Sally,
che dirti?...
Sei troppo generosa con me...
Non sono un grande , ma solo  un modesto scriba,
figlio di Barpanthar, allevatore di cavalli...
Vorrà dire che ti offrirò un caffè alla prima occasione.
Un abbraccio.
Gioacchino

PS: Non è vero che Gioacchino,
il (presunto) padre della Madonna,
era ricco. Era solo un povero Cristo
della Galilea , di Nazareth, dove stavano i rifiuti umani .
E lo sfottevano pure perchè non aveva avuto
figli maschi, ma solo una femmina del tutto insignificante,
di nome Miriam. Che nessuno gli aveva chiesto, tranne
un falegname vedovo di nome Giuseppe, che aveva
già sette figli da mantenere, e il più grande aveva un anno
più di  Miriam.
E gli altri Gioachini famosi, tipo
Rossini o Belli, avevano talento, è vero,
ma erano dei nevrotici, ipocondriaci, sfaticati,
opportunisti, vissuti sempre alle spalle di una donna.
Quindi stai alla larga il più possibile da me, cara Sally.
Anche se ti desidero. Ti sento molto, dico, "fisicamente"
E ardo dal desiderio di fare l'amore con te.

.............
Dopo questa mail , i due - Gioacchino My e Salvatora Scarlino, detta Sally,  si incontrarono a Choziba,
tra Gerusalemme e Gerico, dove anticamente esisteva un Monastero in cui si celebrava il Santo . E poi a Colonia , dove era conservata ancora una reliquia di San Gioacchino, sull'autenticità della quale non c'era da spendere neppure un mezzo euro bucato. Del resto tutta la storia di Gioachino era stata definita da San Gerolamo  "deliramenta".   Puro delirio, insomma, degli apocrifi , ma si sa come sono gli  apocrifi .
I due - come detto - fecero finta di non conoscersi, sì ignorarono completamente. Ascoltarono insieme anche l'adagietto della sinfonia n. 5 di Mahler, ma tra loro c'era come un cerchio di silenzio. Non si guardarono neppure. Nessuno dei due sapeva perchè si comportasse in questo modo assurdo, nessuno dei due in realtà aveva mai visto veramente il viso dell'altro, nessuno dei due conosceva il colore degli occhi dell'altro. Erano dei disperati che non sapevano di esserlo e si erano incontrati su Internet , il Nuovo Mondo .  Avevano il tipico bisogno dei disperati. Che è uno spazio bianco, un incantesimo, una carriola,  un Parigi o cara, una luce azzurra, un volo folle, una nuvola, una storia che comincia , un riflesso, un salto, una barca che anela il mare, un nome, una notizia, uno zucchero filato, un vento gelido, una linea di confine, un buco nero, un muretto, un rosso-sangue, un ponte, un utopia.

Per molti anni non si scrissero , nè si videro. Eppure sapevano tutto l'una dell'altra. Prendevavano informazioni da amici in comune. Abitavano a duecento passi l'uno dall'altra, non di più. Zona Madonna
della Buona Novella.

Un giorno inseguendo rispettivamente un casco giallo - lui- e un cuscino - lei -, si rividero al Bar del Centurione , in via Macchia Saponara 2666. Era un bar scalcagnato, dove non erano mai andati prima d'allora - frequentato quasi esclusivamente da immigrati - bicchieri di plastica ,caffè  d'infima qualità, dove gli acari avevano trovato il loro rifugio consolidato , bancone pieno di sfregi , barman che puzzava di sudore, pieno di gente che parlava tutte le lingue possibili, tranne l'italiano.

Si misero una vicino all'altra , e presero il caffè
che - senza che l'avessero ordinato - il barman porse  loro nel bicchiere di plastica.
Lo sorseggiarono lentamente, si guardarono per la prima volta negli occhi.
E fecero l'amore.
Lì davanti a tutti.
Ma non se ne accorse nessuno.
Il tutto durò cento millisecondi.
Neppure un battito di ciglia.
E tuttavia mai amore fu più completo e intenso.
C'era tutto il Kamasutra, e il Cantico dei Cantici.
In quell'amore consumato sul bancone di un caffè di estrema
ma molto estrema periferia.

Nessun commento:

Posta un commento