mercoledì 8 febbraio 2012

Il Museo del giocattolo di Zagarolo

IL GIOCATTOLO  DI ZAGAROLO

 

Nelle sale del prestigioso Palazzo Rospigliosi di Zagarolo , - che  ospita una delle più  importanti mostre permanenti del Giocattolo al  mondo , - si è celebrata  domenica , 10 gennaio u.s., -   la seconda edizione del  Premio Internazionale d'arte a tema  "Il giocattolo". La Giuria  ,  composta  dall’insigne artista  Gino Guida ( presidente) , Marcello Mariani,  Presidente dell’Istituzione Palazzo Rospigliosi , Giovanni Pescatori, direttore del Museo del  Giocattolo, Augusto Benemeglio, scrittore e critico d’arte , e  Francesco Zero , direttore artistico del Concorso, vera anima della manifestazione , che ha coordinato  i lavori con scrupolosa e appassionata , quanto  sensibile , intelligente, abile sagacia professionale ,  ha premiato , all’unanimità, i seguenti artisti, fra i 56 che hanno partecipato al concorso( Le motivazioni critiche sono state redatte da Augusto Benemeglio):

Anna Addamiano, per l’opera “ I funamboli” in cui si ritrova la  freschezza e il palpito della  fiaba , con figure-simboli , fatte di carta colorata , che si muovono nella spazio come sogni colorati, figure che rievocano un poco il lirismo fiabesco di uno Chagall , permeate di sentimento del colore, di senso della libertà , di ingenuità, stupore ed emozione sincera.

Yun  Jung Seo , per l’opera  “ Treno bianco” , scultura in legno  ricca di leggerezza e dinamismo , con “fratture “di luce verticale  che  richiamano alla mente i parallelepipidi  di uno dei padri della minimal art,  Donald Judd con  la sua aura mistica, pur nel linguaggio  concettuale, matematico, impersonale  e conciso tipico del minimalismo.  

Claudio  Spoletini con  “Fabbricato in Italia” , con le sue  architetture   dell’industria da primo novecento quasi monocromi  e la profusione di colori  grigi ,freddi, monotoni e quasi schematici , che improvvisamente s’accendono  in una sorta di geometria dei sogni contrassegnata dal colore   delle botteghe dei giocattoli con la loro squillante cromia, quasi un processo di liberazione.

 Natalia Repina , con “Le bambole della nonna”,  di stampo romance-simbolista, che nella loro raffinata eleganza e delicatezza dei toni cromatici e i valori  poetici   richiamano alla mente un po’ Maria Laurencin ( allieva di Picasso) con le sue  pennellate morbide e soffuse , le sue creature malinconiche  e  dolci,  più vicine al sogno che alla realtà. Ma richiamano anche un po’ , per l’impianto,  le maschere grottesche di Ensor .

 Giovanni Giordano , con  GIOCANDO SOGNANDO realizza una pittura teatrale che ricorda  Gianfilippo Usellini. Anche lui dispone figure e cose nella scatola magica del quadro come se le collocasse su un palcoscenico e poi intesse intorno a loro le fila di un racconto, lasciando intuire un prima e un dopo e, soprattutto, presagire un “oltre”. La pittura, allora, diventa  letteratura , narrazione visiva. teatro di immagini, ma anche fatto morale, metafisica , religiosità.


LORENZ PSENNER  CON  “BARBIE E IL BAMBINO” ,  IN CUI sono compresenti  ELEMENTI FIGURATIVI E ASTRATTI , sempre alla  RICERCA DI UNA SINTESI PERFETTA  TRA LE FORME E I COLORI , TRA LA LUCE E IL DISEGNO ,  UN GIOCO ALLUSIVO TRA PASSATO , PRESENTE  E FUTURO . Un FORTE IMPATTO EMOTIVO CHE  RICORDA ENZO CUCCHI e le opere dei neo-espressionisti , MA CON UNA VISIONE PIU’ LIRICA E MEDITATA SULL’ESISTENZA. OPERE TALORA RICCHE DI SIMBOLI VISIONARI E MISTERIOSI.

FRANCESCO VARESANO CON  "IL SEGRETO E’ RESTARE UN PO’ BAMBINI E CONTINUARE A GIOCARE"
LIGHT BOX IN LEGNO DI RECUPERO ILLUMINATO INTERNAMENTE DA 4 TUBI AL NEON. Opera minimalista che si lascia apprezzare   per l’idea-origine  , la disarmante semplicità,   che è  il cuore del pensiero di una  poetica che assume appunto il nome di concettuale .

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