IL 13 LUGLIO
2012 MOSTRA D’ARTE INTERNAZIONALE AL CHIOSTRO DEL GOVERNATORATO DI OSTIA
SOTTO IL SOLE DI ROMA
“Sotto il sole di
Roma”, tra spazio e tempo, tra storia e
silenzio, tra passione e memoria, tra spirito e materia , riecco “ParisRome”, un incontro , un incrocio, una svolta, un destino , una mostra d’arte che rischia di diventare un
“classico”, un’offerta di vita senza
scadenza, dice Francesco Zero , il
direttore della Mostra , ideatore e centro propulsore di tutte le attività
dello “Studio Zero” , che - come sempre - organizza e allestisce l’evento
a Ostia, nell’affascinante Chiostro
neo-classico realizzato
dall’arch. Fasolo del Palazzo del
Governatorato , dove ha sede il Municipio XIII di Roma.
“ Questa mostra è per me
- dice Zero - una continua speranza, una promessa costante d’amore per
la bellezza e l’incanto che offre l’arte. E questo stesso Chiostro , retaggio di una memoria più antica
, e il mare, qui , a due passi , che
apre idealmente tutti gli spazi, gli orizzonti , e genera la vita
rappresenta un’occasione rara, imperdibile , per celebrare l’arte . Ma è
anche il momento di una verifica , per tastare il polso del disagio ,
dell’angoscia , del senso di smarrimento in cui viviamo , delle ferite, dello
sfacelo , della distruzione della società del nostro tempo , che spesso si riflette nelle opere degli artisti.
Ogni volta che penso a queste cose mi sembra che noi tutti , parlo anche di coloro che hanno ben altri problemi che la pittura e la scultura , non possiamo e non dobbiamo prescindere
dal testamento , dal lascito misterioso dell’arte e dal suo continuo rinnovamento , dal suo
essere spesso profetica. L’arte , in certi casi ancor più che l’economia e la
politica , è quella che ci indica ,forse , una strada, una via per il futuro”.
Molti sono stati
gli artisti che hanno partecipato alle precedenti edizioni , qui a Ostia e a Parigi , ma anche a
Mosca, a New York , Pechino , e moltissimi ,spero, quelli che parteciperanno ,nei prossimi anni, magari fin sul pianeta Marte . E tutti con l’entusiasmo dei ragazzini
in attesa di un nuovo confronto, di un
nuovo esame, sempre con il timore e tremore della prima volta , ma anche con gioia fede e
speranza, con il coraggio e la coscienza
di chi denuncia le iniquità del mondo. Tra
loro – che mettono a nudo la loro anima – e il pubblico si è sempre creato un feeling indecifrabile , un mix tra istinto e complicità , disvelamento e
mistero , una miscela esplosiva che ha immancabilmente fornito il gioco , la giostra delle emozioni . Ma anche l’occasione di
penetrare e interrogare se stessi
attraverso l’opera , di smascherarsi , di conoscersi un po’ meglio
attraverso l’altro, come in uno specchio
. E’ l’arte, bellezza! , direbbe un emulo di Bogart,
l’arte che contamina tutti , irrazionalmente
e inesorabilmente con il suo divenire. Come
ho già accennato ogni opera è specchio reale del suo tempo, delle sue
problematiche ed ansie del nostro domani. E quando diversi artisti , appartenenti a popolazioni e
culture diverse, si incontrano , fanno
una specie di Big Ben, qui a Ostia , rinnovano e modificano i confini e gli
spazi che diventano , come in effetti sono, insondabili, astrali, infiniti .
Ecco gli artisti che esporranno in questa mostra:
Martha BARRACHINA , tutta forza e fragilità , e
simbolismo femminile , sospesa tra la reverie
del sogno e la malinconia, tra le canne d’organo e di bambù. Il mare , visto come elemento vitale , è quasi sempre presente nelle sue
opere. Un’ artista pluridisciplinare di origine latino-americana, alla
ricerca dell’essere donna , coi suoi misteri , con le sue audacie , con
le sue solitudini romantiche , i suoi incanti e le sue piccole inevitabili
disillusioni e crudeltà dell’esistenza. Usa diverse tecniche ,acquerelli
acrilico, collage, materiali riciclati, ceramica, mosaico, stampe, affreschi ,
fumetti .
A L A I N B E R A U D , un artista molteplice , fotografo ,
pittore , scrittore , regista che vive le sue passioni come un pellegrino
incamminato in un immenso sentiero
sconosciuto . E’ l’immagine, la metafora che dà di se stesso . Beraud è un creatore di immagini surreali , sognatore-danzatore
, riscopre il passato e la sua origine nel guscio vuoto di una cicala, o nel
volto vagamente cubista , ma intenso, di un minatore della Loira o un negro del
Senegal . I suoi ritratti sembrano sempre come gualciti dall’insonnia, riposti nei retrovia dell’esistenza, nella
sofferenza delle spirali
I T A L O C E L L I, uno scultore italiano classico, un acrobata
della materia , con riferimenti
simbolici e surrealisti ,che cerca , nella sua ansia creativa , il momento magico e segreto della
trascendenza . Ed ecco allora che le sue
opere , piccole statuine in
bronzo , - danzatrici , pescatrici, venditrici o ladre di sogni ,- si liberano
della materia in un movimento
fluido, un gioco dinamico e lirico , un equilibrio precario e
impossibile, nella sospensione
dell’essere , che è ritmo , leggerezza
, assenza di gravità , liberazione , una sorta di dinamismo interiore
che dà vita e forma ai sogni e alle
architetture dell’anima.
J A C Q U E S G U I L L
E T, un pittore
della nostalgia, come ci tiene a sottolineare lui stesso, che ama l’arte classica dei grandi geni del
rinascimento, l’ombra e la luce di un Caravaggio, la leggerezza trasparente e
femminea di una Fragonard. Per lui dipingere significa ricrearsi un universo ,
un mondo favoloso perduto nella sciattezza e nella mancanza di forma. Le sue
nature morte , le sue porcellane , i suoi paesaggi hanno qualcosa di fastoso e
ornamentale , un respiro quieto che si
distende nelle regioni sconosciute dello spirito, nell’attesa di un richiamo di voci che sanno d’acque, di
fiori, di alberi, di brividi
primaverili.
La mostra rimarrà aperta dal 13 al 22 luglio.
Durante il vernissage del giorno 13 luglio 2012 , alle ore 18, verrà
messo in scena il recital
“Omaggio a Gioachino Belli” scritto e diretto da Augusto Benemeglio , un originale biografia del più grande poeta romano di cui verranno declamati alcuni dei suoi celebri sonetti in lingua romanesca , con la
partecipazione della Band “Gli
Orsi Grigi”, che eseguirà le più belle canzoni romane.
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