LA GAZZA LADRA E IL TRIO PARADISO
Metti una gelida sera d’inverno , un Natale di VENT''ANNI fa , metti un
trio di giovani musicisti che esegue la
“Gazza ladra” di Rossini , il tutto presso la Biblioteca Civica di Gallipoli ,
ex Oratorio dei Nobili dedicato all’arcangelo Gabriele e comunemente chiamato “
Sant’Angelo”, tant’è che la gente per distinguerlo dal più celebre e famoso
castello dalla cui cima si gettò la
“Tosca”( e tanti altri “vennero gettati" prima e dopo di lei),dice il Sant’Angelo di
Gallipoli . Mettici in cima il trio “Paradiso” ( così si chiamano i tre giovani
orchestrali, tutti diplomati al Conservatorio di Bari ) che eseguono in modo
davvero ammirabile la celebre aria di Rossini. Ed eccovi allora una “Gazza
ladra” senza i marziali rulli di tamburi, una gazza più tenera che stempera la sua graffiante ironia , che annulla quasi del tutto quel conflitto drammaturgico di opera ottocentesca ,
dove i soprusi del potere politico si
scontrano con i semplici sentimenti degli umili, insomma una “gazza” davvero
natalizia, da presepe , da pastori , contadine
e stelle comete, da pittule e mmudricule
colorate . Ecco i nostri giovani musicisti Salentini regalarci una serata di musica interiore ,
musica che scende davvero nel cuore . Certo non sono gli inarrivabili “Ottoni di Budapest”, o gli “Ensemble
di Vattelapesca”, che ogni anno vengono ingaggiati
dal Comune di Gallipoli , a spese del contribuente, per magnifici mega-concerti estivi fantasmi , che nessuno è
mai riuscito a vedere, nè sono
tantomeno ( per fortuna) le
riciclate star del Premio Barocco tipo la Loren da quattrocento milioni di vecchie lirette per un quarto d'ora scarsa di presenza..
Ecco , Signore e Signori , questo è il nostro Trio Paradiso : affettuoso, tenero,
carezzevole , sorridente , gioioso. Ed
ecco gli archi e il flauto aprire sentieri, radure , sospensioni , voli... E poi losanghe colorate, “zinzuli e dulori”, e
palazzi barocchi che sono geometria
pura, architettura perfetta, cattedrali rosa senza peso come quelle di Monet, spazi senza fine ,
orizzonte senza limite,
prospettiva a perdita d’occhio. Il mio “Infinito Leopardi”, insomma, che pur essendo stato totalmente ignorato dai media e
dal potere politico locale (non era presente nessun
rappresentante dell’Amministrazione comunale e delle altre Istituzioni )
è stato molto apprezzato e goduto dai pochi intimi come una Epifania , un dono prezioso. “Davvero l'è una
roba che non l’avevo mai sentita neanche a Milano e a
Torino..." , mi dice un
turista per caso . "Ma
chissà cosa costano quei ragassi lì, eh?” Non hanno prezzo,- dico io. Suonano per gioco e per amore. Suonano per il
loro piacere, suonano per vocazione, per
dannazione, nonostante gli spifferi
d’aria che bloccano loro la cervicale, nonostante terribili pruriti sotto i piedi, nonostante spaventosi
capogiri che gli fanno perdere il senso
dell’orientamento, suonerebbero anche col fuoco e coll’acqua alla gola, perchè suonare per loro
è vivere, te capiss?... Ma non parve
aver molto capito, a lui interessava la cosa pratica, i daneè. Alla fine gli ho detto in un orecchio quanto costavano e lui ha trasecolato.... Ma
l'è proprio gratis!....( Sembrava deluso) Però l'è stata l'stess una bela serata, ragassi! Viva il trio paradiso
e...la gazza Ladra!
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