IL GIOCATTOLO DI ZAGAROLO
Nelle sale del prestigioso Palazzo Rospigliosi di Zagarolo , - che ospita una delle più importanti mostre permanenti del Giocattolo al mondo , - si è celebrata domenica , 10 gennaio u.s., - la seconda edizione del Premio Internazionale d'arte a tema "Il giocattolo". La Giuria , composta dall’insigne artista Gino Guida ( presidente) , Marcello Mariani, Presidente dell’Istituzione Palazzo Rospigliosi , Giovanni Pescatori, direttore del Museo del Giocattolo, Augusto Benemeglio, scrittore e critico d’arte , e Francesco Zero , direttore artistico del Concorso, vera anima della manifestazione , che ha coordinato i lavori con scrupolosa e appassionata , quanto sensibile , intelligente, abile sagacia professionale , ha premiato , all’unanimità, i seguenti artisti, fra i 56 che hanno partecipato al concorso( Le motivazioni critiche sono state redatte da Augusto Benemeglio):
Anna Addamiano, per l’opera “ I funamboli” in cui si ritrova la freschezza e il palpito della fiaba , con figure-simboli , fatte di carta colorata , che si muovono nella spazio come sogni colorati, figure che rievocano un poco il lirismo fiabesco di uno Chagall , permeate di sentimento del colore, di senso della libertà , di ingenuità, stupore ed emozione sincera.
Yun Jung Seo , per l’opera “ Treno bianco” , scultura in legno ricca di leggerezza e dinamismo , con “fratture “di luce verticale che richiamano alla mente i parallelepipidi di uno dei padri della minimal art, Donald Judd con la sua aura mistica, pur nel linguaggio concettuale, matematico, impersonale e conciso tipico del minimalismo.
Claudio Spoletini con “Fabbricato in Italia” , con le sue architetture dell’industria da primo novecento quasi monocromi e la profusione di colori grigi ,freddi, monotoni e quasi schematici , che improvvisamente s’accendono in una sorta di geometria dei sogni contrassegnata dal colore delle botteghe dei giocattoli con la loro squillante cromia, quasi un processo di liberazione.
Natalia Repina , con “Le bambole della nonna”, di stampo romance-simbolista, che nella loro raffinata eleganza e delicatezza dei toni cromatici e i valori poetici richiamano alla mente un po’ Maria Laurencin ( allieva di Picasso) con le sue pennellate morbide e soffuse , le sue creature malinconiche e dolci, più vicine al sogno che alla realtà. Ma richiamano anche un po’ , per l’impianto, le maschere grottesche di Ensor .
Giovanni Giordano , con GIOCANDO SOGNANDO realizza una pittura teatrale che ricorda Gianfilippo Usellini. Anche lui dispone figure e cose nella scatola magica del quadro come se le collocasse su un palcoscenico e poi intesse intorno a loro le fila di un racconto, lasciando intuire un prima e un dopo e, soprattutto, presagire un “oltre”. La pittura, allora, diventa letteratura , narrazione visiva. teatro di immagini, ma anche fatto morale, metafisica , religiosità.
LORENZ PSENNER CON “BARBIE E IL BAMBINO” , IN CUI sono compresenti ELEMENTI FIGURATIVI E ASTRATTI , sempre alla RICERCA DI UNA SINTESI PERFETTA TRA LE FORME E I COLORI , TRA LA LUCE E IL DISEGNO , UN GIOCO ALLUSIVO TRA PASSATO , PRESENTE E FUTURO . Un FORTE IMPATTO EMOTIVO CHE RICORDA ENZO CUCCHI e le opere dei neo-espressionisti , MA CON UNA VISIONE PIU’ LIRICA E MEDITATA SULL’ESISTENZA. OPERE TALORA RICCHE DI SIMBOLI VISIONARI E MISTERIOSI.
FRANCESCO VARESANO CON "IL SEGRETO E’ RESTARE UN PO’ BAMBINI E CONTINUARE A GIOCARE"
LIGHT BOX IN LEGNO DI RECUPERO ILLUMINATO INTERNAMENTE DA 4 TUBI AL NEON. Opera minimalista che si lascia apprezzare per l’idea-origine , la disarmante semplicità, che è il cuore del pensiero di una poetica che assume appunto il nome di concettuale .
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